lunedì 23 giugno 2014

Weekend con il Nano

Un tranquillo weekend da mamma.
In cui però sono successe tante, ma tante cose.

Venerdì scorso, tutto d'un botto, il mio Nanetto ha deciso che non voleva più il pannolino, ma le mutande. E da allora, non ci sono quasi incidenti di percorso. Quasi, vedi sotto.

Venerdì questo, abbiamo grigliato da amici. Il mio Nano è in fase "compiacimento dell'altro / amplificazione delle proprie emozioni" e girava per casa dei nostri amici, per mano con la loro figlia di 6 anni, urlando "ma che beeella casa che hai, Greta! Ma è bellissima questa casa! Greta, la tua casa mi piace proprio taaaaaaanto".
Dato che era una sera speciale (come sempre quando mangiamo fuori) ha potuto mangiare con le mani, rotolarsi in giardino, guardare tantissima televisione, darsi alla pazza gioia facendo un casino del diavolo, e poi crollare svenuto sul letto dei miei amici ad un orario ben oltre il consueto. Ma in fondo è stato bravo. 
Il giorno dopo ha raccontato ai nonni che Greta (Gueta, con la sua pronuncia senza erre) ha la doccia con le luci colorate e un riccio in giardino, che però non si poteva toccare.

La notte tra venerdì  e sabato Cody è partito. Per la Francia. No, non per lavoro. Con tanto di tenda e sacco a pelo al seguito ha passato il confine per un addio al celibato. Poverino.
Dato che mi considero già una persona mediamente anziana, vi confido che quando Cody non è a casa faccio fatica a prendere sonno. E dato che il mio consorte è partito da casa alle 3 e qualcosa di notte/mattina, io mi sono riaddormentata ben dopo le 4. Alle 7,30 Gabri era sveglio, ma per fortuna l'ho convinto a venire nel letto grande a farsi le coccole con me fino almeno alle 9.. e che cavolo, è sabato anche per me!

La giornata è trascorsa tranquilla, a parte che io mi sentivo uno zombie. Cody era via, per fortuna anche Ursulaeconsorte, e quindi ho visto i miei. Mi sono goduta mia sorella panzotta e la piccola Matilda nella pancia. Il Nano è trooooppo tenero con lei, fa commuovere. Le parla, nella pancia "Ehi, Matilda, Matilda! Quando esci... io sono qui!", le da le carezze - anche se a volte sembrano delle manate.. vedremo quando uscirà - e soprattutto la chiama la mia cudinetta, cosa che mi fa sciogliere.

Al sabato abbiamo pranzato coi nonni e la bisnonna materna. Un'anziana vedova, con uno scarso senso materno, tanto che ha delegato la crescita di sua figlia ad altri, e che ora che è molto sola e molto anziana, quando è in compagnia dice tutto quello che le passa per la testa, nel bene e nel male. Nel giro di un pranzo mi sono sentita criticare, nell'ordine: come vesto mio figlio, come nutro mio figlio, come mi rivolgo a mio figlio, come parlo di mio marito, come mangio, cosa bevo... e soprattutto che sono sempre in ritardo. Cosa che sono sempre, sempre, sempre stata. E che da 28 anni le fa alzare un sopracciglio quando arrivo. Insomma, a 86 anni si potrebbe anche rassegnare, no?

Sabato pomeriggio all'insegna dei giardinetti, e poi cena a casa seguita da un film, guardato per intero sul divano. Alle 10,30 a nanna. Mi stavo beatamente immergendo nel mio libro, quando verso le 11 sento chiamare: "Mamma, mamma, mammina?"
Vado a vedere, convinta di trovarlo sveglio, che come sempre, cerca l'acqua, vuole un bacio, o ha perso un peluche (di solito dorme in compagnia di svariati pupazzi).
"Mamma" mi sento dire con voce piagnucolante "la nuvola, nel cattone, era tutta sola... e poi... e poi... nessuno andava da lei.. e lei pioveva... ed eua tutta sola, e nessuno andava da lei"
Intenerita, mi sono sdraiata con lui e l'ho convinto che lui, addormentandosi, avrebbe sognato di andare dalla nuvola, facendole così compagnia.

La domenica ci siamo svegliati in un ritardo pauroso, siamo corsi a messa ancora quasi in pigiama, siamo andati a pranzo dai nonni, e poi ad un battesimo.
Quando due persone, diciamo, originali fanno un figlio, rischiano di coprirsi di ridicolo ma danno sfogo alla loro creatività. Quando il figlio in questione è già il secondo, beh, la voglia di stupire aumenta. Per capirci, sono due che hanno un nano da giardino alto 1 metro, in salotto, che regge i telecomandi.

La festa è andata bene, il piccolino aveva caldo e piagnucolava ma come biasimarlo. Mamma e papà correvano in giro frenetici tra gli invitati, il rinfresco era buono e il Nano è stato bravo. Ha giocato tutto il tempo con la sorella maggiore del battezzato, sua amichetta del nido, e con altri bambini.
La qui presente mamma degenere, accompagnata da Sorella, salutava amici e conoscenti dando un occhio ogni tanto al mio bambino. Ad un punto mi sono accorta che mio figlio era fermo in giardino, e guardava gli altri. Troppo da lontano. Ed era troppo fermo.
Mi avvicino, notando che un bambino e andato verso di lui e lui gli sta sussurrando qualcosa: "ho fatto la cacca".
Senza scendere nei dettagli, ho dovuto spogliarlo, ripulirlo dalla vita in giù dai residui di cacca liquida, sciacquare le mutande, e rimettergli solo i pantaloni. Meno male che Sorella mi aiutava. Anche se ad un certo punto le ho gridato dietro perché lei, maestra di asilo nido, sa già fare tutto e non sa aiutarmi senza continuare a dirmi cosa dovrei fare, e come dovrei farlo. Ma poi abbiamo fatto pace. Siamo sorelle :)

Salutiamo al volo invitati, festeggiato, amici, sperando che nessuno noti Bibi che come un disco rotto ripete a chiunque gli si avvicini "io sono senza mutande", e soprattutto sperando che l'olezzo di pupù non sia poi così evidente, e corriamo a casa. Prima però ci fermiamo a prendere la bomboniera, ops, i gadget. Maglietta con foto del bambino, spilletta rotonda con foto del bambino, calamita da frigo con apribottiglie con foto del bambino, e foto del bambino incorniciata. Ovviamente il nome del bambino, italianissimo, sui gadget è in inglese.

Il weekend si conclude con noi che entriamo in casa, dove Cody, rientrato, sta facendo la doccia. Il Nano apre la doccia, lo guarda e gli dice "Papà, sono contento che sei tornato! Sei stato tanto tanto a calcio"

Ecco, oggi è lunedì, e quindi mi riposo.
Buona settimana a tutti!

giovedì 5 giugno 2014

Ma quale donna in carriera?

E' primavera, forse.
Abbiamo comprato una mega tenda famigliare per l'estate, perché ci sembrava figo. Ma non avevo calcolato il fattore-Cody: un uomo come il mio è troppo, TROPPO dipendente dall'organizzazione nei dettagli per lasciarsi andare a qualcosa di spontaneo come il campeggio... e meglio, come il campeggio-a-caso come farei io...

Lista di qua, lista di là, e scrivi una lista a mano, e copiala su Google Documents, e fanne una copia in Excel... che ottima idea che ho avuto a proporre di comprare la tenda.

In tutto ciò, per sdrammatizzare, l'altra sera ho stirato la solita montagna di roba. Il mio dramma principale è che non riesco a non stirare. Nemmeno gli strofinacci della cucina riesco ad usare, non stirati. L'altro dramma è che non ho mai tempo, quindi mi riduco una volta ogni 7-10 giorni a stirare una montagna di cose, letteralmente alta come me.
Per alleviarmi questo compito, mentre stiravo, provavo a: 1. far vedere a Cody come si fa, che se domani mi rompo un braccio qui nessuno sa stirare; 2. spiegargli la magia di Sex and the City. 
Ora, tra le due probabilmente la più facile è la prima, il che è tutto dire.

"Cosa ci troverai mai in questa specie di porno femminile senza nemmeno la parte porno" ha borbottato Cody, spaparanzandosi sul divano e prendendo un libro.

Sono l'unica che ha mai provato a spiegare ad un maschio che S&TC è divertente, arguto, e istruttivo? Ricordo che un tempo, con le compagne di scuola, ci confrontavamo proprio sulle questioni sollevate dalle varie puntate della serie. (Anche se io, lo confesso, tra tutte sono una Charlotte, sognavo il principe azzurro e mi vergogno della mia ombra).

Infine, ho preso una decisione per la mia sanità mentale. Finché lavorerò in questa AziendaFrullatore in cui ho la fortuna di impazzire da ottobre scorso, darò il massimo che posso. Però intanto mi guardo intorno. Sia mai che un'azienda vicino a casa mia cerchi proprio me, magari per uno stipendio pari (o superiore?) al mio attuale, e magari pure per 6-7 ore al giorno, invece che 9-10 come qui.

Ecco. 
Perché per me, la cosa che conta, non è certo la carriera adesso. No, è quel bambino con i ricci, la EUUE moscia, che usa il congiuntivo ma non molla ancora ciuccioepannolino, che sa contare fino a 10 sulle dita della mani e che quando mi abbraccia dice "Ti amo, mamma. Ti amo."