giovedì 28 agosto 2014

Ama il tuo cuore

"Trova un lavoro che ami 
e non lavorerai mai un giorno nella tua vita"

"Là dov'è il tuo cuore, lì si trova il tuo tesoro"

Ecco, in questi giorni ho pensato spesso a queste due frasi.
Provenienza diversissima, la prima è un detto credo orientale, la seconda è biblica. 
Però mi riassumono bene in questo momento, in cui sono - come spesso accade - divisa tra due pensieri.

Per cominciare, diciamo che mi piace il mio lavoro. Dittafrullatore mi fa impazzire oggi come ieri, orari assurdi, obiettivi altissimi, responsabilità sulle nostre spalle e tanti difetti, ma in fondo il lavoro, il tipo di lavoro che faccio, mi piace.
Mi piace prendermi cura del cliente, trovare l'offerta giusta, il prezzo giusto per lui e per noi, sentirmi dare del tu da qualche buon cliente e risolvere i loro problemi nel post-vendita.
Però il mio cuore non è qui.
Non è in  Dittafrullatore.
Il mio cuore è a casa, tra le mie piccole quattro mura, con un uomo ormai trentenne (!!!) e un bambino ormai treenne (ancora più "!!!"). Il mio cuore vorrebbe che il mio lavoro, almeno per mezza giornata, fosse occuparmi di loro, di noi, della casa, della cena, delle pulizie, dei giochi.
Mi piacerebbe potermi rotolare per terra con Bibi, vestiti da Superman e da Spiderman, con un mio foulard a farci da mantello, a fingere che il letto sia una montagna piena di nemici che ci attaccano. Chi mai mi pagherebbe per cucinare la cena? Purtroppo, nessuno. Anche se la cena fosse buonissima. Che, nel mio caso, potrebbe essere comunque qualcosa da segnare sul calendario.

Ecco, quindi da una parte non voglio, non posso, mollare il lavoro. Ho studiato tanto e non mi vedrei mai come "solo" casalinga. Anche perché, quando i figli saranno cresciuti un po', secondo me apprezzerò il fatto di avere una vita fuori dalle mura domestiche. Dall'altra non voglio, non posso, non voglio, non voglio e mai vorrò mollare la mia famiglia.
Conciliare le due cose è dura, anche se si hanno parecchi aiuti e anche se tuo figlio è un bambino magnifico. E per magnifico intendo che quando la mattina esco, nonostante ora abbia imparato a dire: "Mamma, non andaue al lavouo. Uimani a casa, ti puego", ad un certo punto se ne fa una ragione e mi saluta, felice, augurandomi Buon lavouo.

Il giorno del suo compleanno era lunedì. Io la sera sono ripartita dalla Calabria, dove lui era al mare con Cody, i nonni e gli zii inglesi. Dopo la giornata di festa, la sera l'ho lasciato, tra le lacrime. Lui ha reagito a questo distacco (anche per lui doloroso, ne sono certa) evitandomi, piangendo anche se poco, chiedendomi di non andare al lavoro e poi allontanandosi, da solo, mentre io salivo in auto. Un scena straziante.

Insomma, come me ce ne saranno di certo tante, mamme imperfette che ricacciano le lacrime in gola mentre vanno al lavoro la mattina, che alle 17.30 guardano sconsolate la pila di fogli di cose ancora da fare, che la sera arrivano a casa correndo e buttano in pentola una cena pronta (o quasi) per poter giocare un po' coi loro figli.

Forse questo pensiero è anche dettato dal fatto che al mare, i bimbi con cui Bibi ha giocato erano tutti figli di insegnanti statali (che ci vuoi fare, hanno tre mesi di ferie all'anno..), mamme col part-time ("il capo me lo ha concesso subito, non ci credevo nemmeno io!"), mamme col part-time verticale ("me lo hanno dato solo dopo il secondo figlio.. ma almeno al venerdì sono a casa con loro!") oppure mamme casalinghe (ma queste le invidio solo a metà, anche perché molte erano mamme un po' isteriche, secondo me).

Vorrei creare un gruppo di incontro per mamme lavoratrici, sostenerci a vicenda. Perché in fondo per i nostri bambini le mamme siamo e saremo sempre noi. Incasinate, disorganizzate, sempre in bilico tra famiglia e lavoro, frustrate e che arrivano alla recita di Natale in ritardo e col fiatone (storia vera), ma che li amano.
E sappiamo, più o meno manifestamente, che il nostro lavoro migliore, quello che usa le nostre energie più importanti, che ci fa sentire più realizzate, che è un contratto a tempo indeterminato senza periodo di prova, da subito, il lavoro il cui risultato è più evidente e sarà più duraturo e apprezzato per sempre... beh, quel lavoro sono loro.

Avrei voluto dire questo, a Bibi, il giorno del suo terzo compleanno.

giovedì 14 agosto 2014

Al di là dei sogni.

Non volevo fare il solito post sulle ferie.
Ma qualcosa bisogna pur scriverlo, insomma.
Partiamo dal fatto che sono stata obbligata dalla mia bellissima DittaFrullatore a fare le ferie a luglio. Con una delle mie armi di convincimento (le lacrime, arma che ahimé uso quasi sempre involontariamente) sono riuscita a strappare anche la prima di agosto. 

In totale, mi sono eclissata da DittaFrullatore per ben due settimane e mezzo. Eclissata in parte, in realtà, perché mi sono fatta mettere la posta del lavoro sul cellulare, così almeno ho tenuto vagamente monitorata la situazione per sapere cosa mi aspettava al mio ritorno.

Ma il nido era pagato anche se in realtà eravate via? Sì.
Ma quindi ora, in piena settimana di Ferragosto, tu sei al lavoro? Sì.
E il Nano? E Cody? Loro, partiti ovviamente con me a luglio, sono ancora via.
E tu sei a Milano da sola? Sì.

E come diceva una battuta de "Il Diavolo veste Prada": Amoilmiolavoro, Amoilmiolavoro, Amoilmiolavoro. O meglio, Miservelavorare. Ecco.
Quindi sono qui, a buttare giù i ricordi dell'ormai compianta vacanza coi miei uomini.

Vacanza avventurosa, quest'anno. Tre cuori e una tenda. Mai provata prima, a causa del tempaccio che tra giugno e luglio ha infestato tutto il nord Italia. Il post su come NON affrontare una vacanza in tenda è già in fase di creazione.

Destinazione, un campeggio sul Gargano.
Posso solo dire che è stata una vacanza davvero meritata, per noi tre. Meritata e bellissima. Problemi logistici con la tenda, in fondo, pochissimi. Bibi è stato bravissimo con il vasino, la spiaggia era stupenda e il Gargano, che non avevo mai visitato, ci è piaciuto davvero tanto. 
Unica pecca, che anche in alta stagione dalle 13 alle 17 è tutto chiuso. Musei, supermercati, negozi. Anche nel centro dei paesini più frequentati, tipo Vieste o Peschici. Che ci vuoi fare, fanno la siesta. 

Dopo 12 giorni di noi tre, abbiamo raggiunto i nonni materni in zona Pescara. In questo momento invece, Cody e il Nano sono in Calabria, con Ursula & Co. Li raggiungerò per il weekend, per spegnere le 3 candeline del mio piccolo grande amore.

In questi 12 giorni il nostro piccolo Principe ci ha deliziati con chicche di ogni tipo.

"Mammapapà, io non voglio più viveue a Milano, io vivo in tenda al maue"
(Seeeee magari figlio mio, magari)

"Io sono stanco, mi addoumeuei qui sulla sedia"

(dopo un predicozzo sull'importanza di stare fermo, quando in campeggio passa una bici, e di non mettersi a correre a zig-zag verso la bici stessa) "Io voglio una bici piccola, piccolissima, piccola così, e poi la uegalo alla mia Matilda" (Bambina di Sorella, in arrivo a fine ottobre)

Dopo due notti in tenda, il Nanetto ha imparato ad aprire da solo la zip della sua cameretta, e la mattina ci trovavamo a "seguire" i suoi movimenti dai rumori che faceva, fino a trovarcelo, trionfante, nel letto.

Una sera, ha fatto una cacca delle dimensioni di una melanzana sul  tappeto all'ingresso della tenda.

Assorto nel gioco con una bimba più grande, si è lanciato in mare senza braccioli, bevendo litri di acqua e facendo venire un infarto a noi due.

Accanito assassino di formiche e ragni (colpa mia, lo ammetto, non ho potuto nascondere la mia fobia e temo di avergli trasmesso l'odio per gli aracnidi) si è invece appassionato alle coccinelle, anche se dopo un po' finisce inevitabilmente per ucciderle, a furia di accauezzalle.

Ci ha detto una quantità innumerevole di volte che siamo bellissimi, buavissimi, che ci ama e che siamo la mamma e il papà del mondo, e che lui voleva stare con noi per tutto il mondo
Ci ha detto una quantità innumerevole di volte che siamo bellissimi, buavissimi, che ci ama... mentre lo sgridavamo, per distrarci.

Si è stupito del rumore della pioggia sulla tenda e ha inventato, insieme a suo padre, il gioco di Cremino, un bambino invisibile che quando ti tocca ti sporca di crema solare. Al grido di "arriva Cremino", siamo riusciti a spalmargli la protezione solare tutte le mattine.

Parla a tratti con una esse buffissima, tipo zeppa, a tratti sembra che dica la erre, ma poi ci ripensa. In compenso imita l'inglese in una maniera che fa morire dal ridere.

Insomma, io sono rientrata. Ma domani li raggiungo per un weekend. In fondo, lavorare a Milano ad agosto non é la cosa peggiore che poteva capitarmi... 

lunedì 21 luglio 2014

Storia di come io non ce la posso fare. Mai.

Ecco il post ispirato da Ma come fa a fare tutto? ma anche un po' da Vale.
Il mio blog si chiama Ma perché le altre ci riescono, e ci sarà un motivo, no?

Le ore della mia giornata non si moltiplicano, anzi. Si dividono, ne scompare sempre qualcuna, la mia settimana non mi basta mai!
Purtroppo, a differenza delle super mamme di cui leggo ogni tanto qui e là, io NON ho capacità di organizzare, non so sempre dare priorità alle cose più importanti, e non so pianificare.

Il segreto, quello terribile, da non rivelare mai a nessuno, è che io so perfettamente dove sbaglio, cosa non faccio "giusto", cosa peggiora la qualità delle mie giornate.
Il primo problema è che io ho sonno. Sempre sonno. Dormirei dalle 10 di sera alle 10 di mattina come niente. Cosa che, evidentemente, non è del tutto fattibile con un lavoro un marito un figlio un appartamento e qualche hobby.
Il secondo problema è che sono terribilmente pigra.
Il terzo problema (poi basta, che se no qui mi sputtano definitivamente) è che a volte sono un po' egoista, e preferisco fare le cose che mi piacciono, piuttosto che quello che so che dovrei fare.

In realtà non penso di fare poi completamente schifo.
Nel senso, la casa è sempre - o quasi - pulita/in ordine, tutte le sere cucino la cena per tre, non ripieghiamo praticamente mai su cibo da asporto o cose pronte... insomma, tendo vagamente ad assomigliare alla persona che vorrei essere, per carità.
Questo non è un post per autocommiserarmi.
Però... diciamo che abbiamo ampi margini di miglioramento, ecco.

Per esempio, vorrei poter fare la spesa grossa meno spesso, preparare più cibi freschi (anche da congelare), avere più tempo per me e da dedicare a Cody, andare a Messa una volta in settimana, leggere di più, chissà, magari anche dormire la notte.
Invece la mattina non riesco a aprire gli occhi prima delle 7, quindi mi vesto e praticamente scappo di casa, lasciando la gestione del Nano a Cody, che per fortuna si barcamena benissimo nella routine di preparazione mattutina e nell'accompagnamento al nido.
Esco di casa struccata, e ai semafori mi trucco. A puntate. Prima il copriocchiaie, poi la terra, al semaforo dopo la matita su un occhio, poi l'altro, infine il mascara. Se al semaforo davanti all'ufficio becco il rosso mi metto anche il rossetto, và.

Dalle 8 alle 18 lamno, ahimé, sono al lavoro.
Premettendo che in questo momento di crisi eccetera mi ritengo fortunata ad averlo, un lavoro, vorrei però che il mio ogni tanto fosse un po' meno stressante. Ho già postato qualcosa sul fatto che lavoro in un frullatore, quindi non mi dilungherò qui. 
Potrei, un giorno, raccontare una mia giornata lavorativa...
In ogni caso, dalle 8 alle 18 sono fuori dal mondo. Non posso ottimizzare, non posso fare altro che lavorare, a testa bassa. Quando va bene esco in pausa pranzo, ma ci riesco circa una volta alla settimana.
Dalle 18 alle 18,30 esco, e corro a casa. Bibi si addormenta, quando siamo bravi, verso le 9.
Il che mi dà circa 2 ore e mezza con lui, durante le quali bisogna lavarlo, metterci a tavola e quindi aver preparato qualcosa, e passare un po' di tempo "di qualità" insieme.
Quando sono brava resisto alla tentazione di farlo giocare da solo e intanto pulire/cucinare/sistemare.. lui vuole me! E soprattutto, io voglio lui. Caspita, non mi vede mai!

Dopo cena, se riesco a dedicare del tempo a Cody ben venga, ma il più delle volte ci ritroviamo accasciati sul divano alle 10 a guardare la tv... e ancora più spesso uno di noi due crolla addormentato. Rigorosamente a turni, così che per vedere entrambi un film completo ci mettiamo una settimana, e soprattutto in pratica non ci vediamo mai.

La grandissima fortuna è che il mio Nanetto ha sempre dormito tutta la notte, quindi a meno che non finisca l'acqua nel suo bicchierino notturno o abbia un incubo, in casa mia regna il silenzio per almeno 8 ore di fila. Il che, lo so, è una fortuna. Ma in questo marasma ci può stare un po' di fattore C, no?

Finché non ho trovato lavoro, quando il Nano dormiva di giorno avevo un po' di tempo per fare cose da bravamamma: dedicarmi al bucato la mattina (per avere poi le sere libere), cucinare e congelare, essiccare, fare sughi, spulciare le offerte dei vari supermercati... ma appena ho rimesso piede in un ufficio la magia si è spenta subito.
Ho perfino preso una ragazza per aiutarmi, due volte al mese, nei lavori grandi di pulizia della casa. E di recente ho dichiarato, dicono fonti credibili, che mi piacerebbe farla venire tutte le settimane.

I piccoli trucchi che riesco finora a mettere in atto sono: far partire la lavatrice la sera per stendere la mattina e trovare asciutto al rientro dal lavoro; far partire la lavapiatti al mattino per poterla svuotare la sera; quando faccio un sugo ne cucino doppia porzione e congelo la metà; idem con il soffritto di cipolla (la taglio tutta e uso solo quello che mi serve, il resto va in freezer), fare la spesa avendo vagamente in testa cosa cucinare per la settimana, e avere la donna.

Dite che è poco? Si accettano suggerimenti!!!

mercoledì 16 luglio 2014

Diamo un nome alle cose

La recente "nascita" di un nuovo blog di un'amica mi ha fatto pensare.
Incredibile, eh?

E allora eccomi qui: cito nel titolo una rubrica che le Iene trasmettevano tempo fa (sono anni che non le guardo più, magari la fanno ancora), in cui intervistavano personaggi a seguito di loro dichiarazioni dubbie, e mettevano le cose in chiaro.
Ad esempio, intervistavano un leghista che si dichiarava non-razzista, riportandogli alcune sue dichiarazioni chiaramente razziste, e facendogli riconoscere che erano, in effetti, razziste.

Ecco.
Quindi, vorrei anche io qui dare un nome alle cose.

Non mi chiamo Cinzia, ma Chiara.
Cody lo chiamo così sul blog perché ama il videogioco "Call Of DutY"... che scema che sono eh? Ma ovviamente non si chiama Cody, si chiama molto peggio.
Il mio Nano si chiama Gabriele, ma questo penso sia già venuto fuori in qualche post.

Abito davvero a Milano Milano.

L'azienda dove lavoro ovviamente non dirò qual è, ma chi mi conosce lo sa.

Sorella, Ursula, Cognato, Cognata... esistono tutti davvero. E in fondo Ursula non è strega, o anzi, lo è solo un po'.

Dopo questo outing, vi spiego anche perché l'ho fatto.
Perché dopo l'ultimo post della mia amica sulla moltiplicazione delle ore del giorno, sento il bisogno di fare un post equivalente. Ma dato che l'apertura di questo suo blog, in cui cita il mio, potrebbe farmi leggere ad altre persone che magari mi conoscono, mi sembrava giusto dire effettivamente, chi sono. Cioè, che sono io.

Ecco.

Quindi, a breve (lavoronanofamigliavacanzebronchitistanchezza permettendo), il mio post su come io NON moltiplico, mai, nemmeno per sbaglio, le ore del giorno.

lunedì 23 giugno 2014

Weekend con il Nano

Un tranquillo weekend da mamma.
In cui però sono successe tante, ma tante cose.

Venerdì scorso, tutto d'un botto, il mio Nanetto ha deciso che non voleva più il pannolino, ma le mutande. E da allora, non ci sono quasi incidenti di percorso. Quasi, vedi sotto.

Venerdì questo, abbiamo grigliato da amici. Il mio Nano è in fase "compiacimento dell'altro / amplificazione delle proprie emozioni" e girava per casa dei nostri amici, per mano con la loro figlia di 6 anni, urlando "ma che beeella casa che hai, Greta! Ma è bellissima questa casa! Greta, la tua casa mi piace proprio taaaaaaanto".
Dato che era una sera speciale (come sempre quando mangiamo fuori) ha potuto mangiare con le mani, rotolarsi in giardino, guardare tantissima televisione, darsi alla pazza gioia facendo un casino del diavolo, e poi crollare svenuto sul letto dei miei amici ad un orario ben oltre il consueto. Ma in fondo è stato bravo. 
Il giorno dopo ha raccontato ai nonni che Greta (Gueta, con la sua pronuncia senza erre) ha la doccia con le luci colorate e un riccio in giardino, che però non si poteva toccare.

La notte tra venerdì  e sabato Cody è partito. Per la Francia. No, non per lavoro. Con tanto di tenda e sacco a pelo al seguito ha passato il confine per un addio al celibato. Poverino.
Dato che mi considero già una persona mediamente anziana, vi confido che quando Cody non è a casa faccio fatica a prendere sonno. E dato che il mio consorte è partito da casa alle 3 e qualcosa di notte/mattina, io mi sono riaddormentata ben dopo le 4. Alle 7,30 Gabri era sveglio, ma per fortuna l'ho convinto a venire nel letto grande a farsi le coccole con me fino almeno alle 9.. e che cavolo, è sabato anche per me!

La giornata è trascorsa tranquilla, a parte che io mi sentivo uno zombie. Cody era via, per fortuna anche Ursulaeconsorte, e quindi ho visto i miei. Mi sono goduta mia sorella panzotta e la piccola Matilda nella pancia. Il Nano è trooooppo tenero con lei, fa commuovere. Le parla, nella pancia "Ehi, Matilda, Matilda! Quando esci... io sono qui!", le da le carezze - anche se a volte sembrano delle manate.. vedremo quando uscirà - e soprattutto la chiama la mia cudinetta, cosa che mi fa sciogliere.

Al sabato abbiamo pranzato coi nonni e la bisnonna materna. Un'anziana vedova, con uno scarso senso materno, tanto che ha delegato la crescita di sua figlia ad altri, e che ora che è molto sola e molto anziana, quando è in compagnia dice tutto quello che le passa per la testa, nel bene e nel male. Nel giro di un pranzo mi sono sentita criticare, nell'ordine: come vesto mio figlio, come nutro mio figlio, come mi rivolgo a mio figlio, come parlo di mio marito, come mangio, cosa bevo... e soprattutto che sono sempre in ritardo. Cosa che sono sempre, sempre, sempre stata. E che da 28 anni le fa alzare un sopracciglio quando arrivo. Insomma, a 86 anni si potrebbe anche rassegnare, no?

Sabato pomeriggio all'insegna dei giardinetti, e poi cena a casa seguita da un film, guardato per intero sul divano. Alle 10,30 a nanna. Mi stavo beatamente immergendo nel mio libro, quando verso le 11 sento chiamare: "Mamma, mamma, mammina?"
Vado a vedere, convinta di trovarlo sveglio, che come sempre, cerca l'acqua, vuole un bacio, o ha perso un peluche (di solito dorme in compagnia di svariati pupazzi).
"Mamma" mi sento dire con voce piagnucolante "la nuvola, nel cattone, era tutta sola... e poi... e poi... nessuno andava da lei.. e lei pioveva... ed eua tutta sola, e nessuno andava da lei"
Intenerita, mi sono sdraiata con lui e l'ho convinto che lui, addormentandosi, avrebbe sognato di andare dalla nuvola, facendole così compagnia.

La domenica ci siamo svegliati in un ritardo pauroso, siamo corsi a messa ancora quasi in pigiama, siamo andati a pranzo dai nonni, e poi ad un battesimo.
Quando due persone, diciamo, originali fanno un figlio, rischiano di coprirsi di ridicolo ma danno sfogo alla loro creatività. Quando il figlio in questione è già il secondo, beh, la voglia di stupire aumenta. Per capirci, sono due che hanno un nano da giardino alto 1 metro, in salotto, che regge i telecomandi.

La festa è andata bene, il piccolino aveva caldo e piagnucolava ma come biasimarlo. Mamma e papà correvano in giro frenetici tra gli invitati, il rinfresco era buono e il Nano è stato bravo. Ha giocato tutto il tempo con la sorella maggiore del battezzato, sua amichetta del nido, e con altri bambini.
La qui presente mamma degenere, accompagnata da Sorella, salutava amici e conoscenti dando un occhio ogni tanto al mio bambino. Ad un punto mi sono accorta che mio figlio era fermo in giardino, e guardava gli altri. Troppo da lontano. Ed era troppo fermo.
Mi avvicino, notando che un bambino e andato verso di lui e lui gli sta sussurrando qualcosa: "ho fatto la cacca".
Senza scendere nei dettagli, ho dovuto spogliarlo, ripulirlo dalla vita in giù dai residui di cacca liquida, sciacquare le mutande, e rimettergli solo i pantaloni. Meno male che Sorella mi aiutava. Anche se ad un certo punto le ho gridato dietro perché lei, maestra di asilo nido, sa già fare tutto e non sa aiutarmi senza continuare a dirmi cosa dovrei fare, e come dovrei farlo. Ma poi abbiamo fatto pace. Siamo sorelle :)

Salutiamo al volo invitati, festeggiato, amici, sperando che nessuno noti Bibi che come un disco rotto ripete a chiunque gli si avvicini "io sono senza mutande", e soprattutto sperando che l'olezzo di pupù non sia poi così evidente, e corriamo a casa. Prima però ci fermiamo a prendere la bomboniera, ops, i gadget. Maglietta con foto del bambino, spilletta rotonda con foto del bambino, calamita da frigo con apribottiglie con foto del bambino, e foto del bambino incorniciata. Ovviamente il nome del bambino, italianissimo, sui gadget è in inglese.

Il weekend si conclude con noi che entriamo in casa, dove Cody, rientrato, sta facendo la doccia. Il Nano apre la doccia, lo guarda e gli dice "Papà, sono contento che sei tornato! Sei stato tanto tanto a calcio"

Ecco, oggi è lunedì, e quindi mi riposo.
Buona settimana a tutti!

giovedì 5 giugno 2014

Ma quale donna in carriera?

E' primavera, forse.
Abbiamo comprato una mega tenda famigliare per l'estate, perché ci sembrava figo. Ma non avevo calcolato il fattore-Cody: un uomo come il mio è troppo, TROPPO dipendente dall'organizzazione nei dettagli per lasciarsi andare a qualcosa di spontaneo come il campeggio... e meglio, come il campeggio-a-caso come farei io...

Lista di qua, lista di là, e scrivi una lista a mano, e copiala su Google Documents, e fanne una copia in Excel... che ottima idea che ho avuto a proporre di comprare la tenda.

In tutto ciò, per sdrammatizzare, l'altra sera ho stirato la solita montagna di roba. Il mio dramma principale è che non riesco a non stirare. Nemmeno gli strofinacci della cucina riesco ad usare, non stirati. L'altro dramma è che non ho mai tempo, quindi mi riduco una volta ogni 7-10 giorni a stirare una montagna di cose, letteralmente alta come me.
Per alleviarmi questo compito, mentre stiravo, provavo a: 1. far vedere a Cody come si fa, che se domani mi rompo un braccio qui nessuno sa stirare; 2. spiegargli la magia di Sex and the City. 
Ora, tra le due probabilmente la più facile è la prima, il che è tutto dire.

"Cosa ci troverai mai in questa specie di porno femminile senza nemmeno la parte porno" ha borbottato Cody, spaparanzandosi sul divano e prendendo un libro.

Sono l'unica che ha mai provato a spiegare ad un maschio che S&TC è divertente, arguto, e istruttivo? Ricordo che un tempo, con le compagne di scuola, ci confrontavamo proprio sulle questioni sollevate dalle varie puntate della serie. (Anche se io, lo confesso, tra tutte sono una Charlotte, sognavo il principe azzurro e mi vergogno della mia ombra).

Infine, ho preso una decisione per la mia sanità mentale. Finché lavorerò in questa AziendaFrullatore in cui ho la fortuna di impazzire da ottobre scorso, darò il massimo che posso. Però intanto mi guardo intorno. Sia mai che un'azienda vicino a casa mia cerchi proprio me, magari per uno stipendio pari (o superiore?) al mio attuale, e magari pure per 6-7 ore al giorno, invece che 9-10 come qui.

Ecco. 
Perché per me, la cosa che conta, non è certo la carriera adesso. No, è quel bambino con i ricci, la EUUE moscia, che usa il congiuntivo ma non molla ancora ciuccioepannolino, che sa contare fino a 10 sulle dita della mani e che quando mi abbraccia dice "Ti amo, mamma. Ti amo."

venerdì 9 maggio 2014

Il lieto fine, in alcune storie, arriva. E se arriva, sposalo.

Lo so, ho un carattere orrendo.
Non mi piaccio, cerco sempre di fare meglio sapendo che non ci riuscirò, e quando non ci riesco ci rimango pure male.
Passo tanto... troppo... del tempo a criticare Ursula, e poi faccio le stesse cose che fa lei, e che odio.
Ovviamente il tempo che passo a fare quello che realmente VOGLIO non è mai abbastanza, e il tempo che passo a fare quello che DEVO... lo odio. Procrastinare dovrebbe essere il mio terzo nome (i miei, indecisi, mi hanno già dato entrambi  i nomi che volevano per me).
Ogni tanto ho qualche idea ben riuscita, il più delle volte, in generale, arrivo a fine giornata senza potermi troppo lamentare.
Però, a volte, la faccio proprio grossa.
Ecco a voi la personalissima ricetta della pasta fatta in casa, come una volta, rivisitata da... me.

Premessa: tutto questo non sarebbe mai avvenuto se un sito, che sto pensando di denunciare per falsa pubblicità, non mi avesse tratta in inganno dichiarando che, in fondo, per fare la pasta in casa bastano 20 minuti di preparazione, 30 di riposo della pasta e 15 di stesura... e che quindi un'ora è più che sufficiente per fare tutto.

Ricetta: UN SECONDO E... le tagliatelle all'uovo

Occorrente:
4 uova
400 g farina
un pizzico di sale
un mattarello
una domenica mattina 
un marito illuso che tornerà a casa e sarà tutto pronto
un Nano che proprio quella mattina vuole te, solo te, sempre te altrimenti piange
poco, pochissimo sugo a piacere

Procedimento

Cercando di coinvolgere il Nano, preparate una fontana con la farina sul tavolo, opportunamente sgombro e pulito.
Rompete le uova al centro della fontana, facendone colare metà sul pianale, FUORI dalla fontana.
Imprecate a turno contro la bellissima idea che avuto, contro il Nano che cerca di infilare le mani nelle uova, dicendo che ne vuole assaggiare "solo un po', pochino, ultimo ultimissimo" e contro le uova stesse.
Impastate vigorosamente cercando di amalgamare gli ingredienti, sperando che prima o poi tutti quei pezzetti informi di impasto secco e dissociato diventeranno una morbida e compatta palla giallina di impasto.
Dolcemente, tenendolo con i (vostri) gomiti - dato che le mani sono sporche - togliete il Nano dalla sedia dove lo avevate appoggiato per coinvolgerlo, visto che ormai è pieno di farina e ha in bocca metà di quello che non è finito nell'impasto.
Guardate sconsolate il vostro impasto, che non somiglia per niente a quello visto su internet, e facendovi aiutare dal Nani continuate a provare a impastare. Come ultima tecnica, fatelo contare per darvi il ritmo, in stile vogatore "Uno, due, quattuo, cinque, otto, dieci, otto, dieci, cinque, otto, buava mamma!", mentre voi tentate di ignorare la tendinite che già vi sta venendo e cercare di caricare tutto il vostro peso sui polsi per impastare quella maledetta farina con quelle maledette uova.

Rassegnate ormai al fatto che il vostro impasto non sarà mai "morbido, compatto ed elastico", rinchiudete quello che siete riuscite a compattare in una quasi-palla nella pellicola trasparente, e mettetelo a riposare.

Guardate l'ora, e constatate che il rumore che sentite sono proprio le chiavi di casa, perché Cody nel frattempo è rientrato. E invece che trovare una scena da Barilla, con la mamma con il grembiulino che sta scolando un chilo di invitanti tagliatelle, ha trovato una Cinzia sconvolta, sudata, infarinata, un Nano isterico e soprattutto.. una palla di impasto informe che non fa venire molta fame.
Ignorate la proposta alternativa di Cody di lasciare perdere e provate - pietosamente - a stendere, con il mattarello, la pasta.
Mettetevi quasi a piangere, perché forse dovevate ascoltare mammaesuocera quando, a una sola voce, si sono offerte di prestarvi ognuna la sua macchinetta stendipasta. Fate provare Cody, il quale riuscirà perlomeno a migliorare l'aspetto dell'impasto, ma quanto a mattarello... non farà meglio di voi.

Mandate Cody di corsa a casa di vostra madre (la quale ovviamente oggi è fuori pranzo); attendete con speranza il suo ritorno, che avverrà con una corsa sotto la pioggia, ma con la desiderata macchinetta stendipasta sottobraccio.

Date al Nano un pacchetto di patatine fritte e accendete i Barbapapà.
Facendovi aiutare da Cody, stendete la pasta. Livello di autostima... lasciamo perdere.

Quando ormai il Nano si starà addormentando sul divano, avrete (con il prezioso aiuto di vostro marito), preparato un numero indefinito di rotolini di pasta, che, secondo tutorial su Youtube, basterà "stropicciare" per aprire e trasformare in morbide tagliatelle. Leccandovi i baffi all'idea (e anche perché ormai sono le 2 passate), mettete l'acqua sul fuoco. 
Accorgetevi con orrore che vi siete dimenticati (entrambi!) di aggiungere farina sulle strisce di pasta prima di arrotolarle. Ora possedete una quarantina di rotelle di pasta, stile Haribo. Le Haribo di pasta all'uovo cruda.

Mentre l'acqua bolle e ormai evapora, srotolate una per una le rondelle Hariboall'uovo e finalmente, cuocetele.
Infine, aggiungete il troppo poco sugo alla pasta, andate a risvegliare il Nano dal coma vigile e... buon appetito!

Il finale di questa storia è il seguente: la pasta era, davvero, buona. Ne ho regalata un po' anche a Sorella e Cognato, che l'hanno apprezzata. E Cognato è napoletano, a lui non lo freghi sulla pasta.

Il secondo finale è che ho fatto la dichiarazione d'amore più sincera che abbia mai fatto a Cody, che diceva più o meno così.
Io credo di averti sposato perché, in ogni cosa, tu arrivi e mi salvi. Tu arrivi come il Principe delle fiabe e mi porti il lieto fine. Tu sei il mio lieto fine, ma anche il mio lieto inizio.
E quando il Principe arriva, bisogna sposarlo.

Ti amo Cody, e tu mi hai fatta diventare una MAMMA. Auguri a me.

lunedì 31 marzo 2014

Tra palco e relax

Per il nostro anniversario, Cody mi ha regalato i biglietti per il concerto degli Skunk Anansie.
Dato che ormai abbiamo una certa età, siamo andati a vedere il tour unplugged, belli seduti e comodi al PalaQualcosa a Bergamo.

Entriamo, ci sediamo, le luci sono accese, ne approfittiamo per chiamare il Nano, nel frattempo a cena dai nonni, e poi il buio. I tecnici sistemano ancora qualcosa, poi parte un applauso, una ragazza sale sul palco e io penso "ma da quando c'è una ragazza capellona negli Skunk Anansie?". E infatti era un tal Karima Francis, molto brava, che ha proposto qualcuno dei suoi pezzi prima del vero concerto, cioè quello per cui avevamo pagato. Questa ragazza, prima di iniziare a cantare, ha sorriso dicendo che sapeva che il primo grande applauso era partito perché il pubblico pensava che stesse entrando Skin, ma sperava di meritarsi i successivi.
Mentre lei stava lì, sul palco, con la chitarra a tracolla, ho pensato che spesso ultimamente mi sento come lei. Sono sul palco, do del mio meglio, ma la gente non applaude per me, applaude per qualcuno che deve ancora arrivare. Io propongo il mio pezzo, ma non basta. Io non sono Skin, quindi non possono applaudire me. Hanno pagato per un altro spettacolo, non per il mio.

Ecco, spesso mi sento così. Al lavoro il mio impegno sembra non bastare mai, c'è sempre qualcuno che fa meglio di me, che lavora più ore di me, che è più dedito al lavoro. A me sembra di dare il massimo, ma spesso non è così. E poi faccio dei casini tremendi, e sono permalosa, e dico sempre la cosa sbagliata al momento sbagliato. Lasciamo perdere come mi sento come madre, che forse è meglio. Il tempo con la famiglia sembra non bastare mai, o la casa è sporca, o la cena non è pronta, o mi sembra di non essere mai disponibile per mio figlio e mio marito. Le amiche chi le vede più, mi trascuro e dormo poco... insomma, 'na schifezza.

Intanto però, il mondo se ne frega dei miei sbattimenti mentali, e va avanti.
Un secondo ed ero incinta e un secondo... e divento pure zia. Ebbene sì, Sorella ci fa un bel regalo e a Ottobre/Novembre diventiamo zii. Secondo me è femmina, intanto in attesa di saperlo ufficialmente faccio l'inventario delle cose di Bibi da darle, e sogno il momento in cui potrò comprarle stupidissime magliettone premaman e spendere tutti i miei soldi in vestitini.

E a proposito del mondo che se ne frega, l'ufficio ci ha regalato una mezz'ora di relax, a testa, con un professionista francese, un enegiopata (o qualcosa del genere).
E io in quei venti minuti di respirazione ho visto la faccia di Bibi, e il mare del viaggio di nozze, e le mani di Cody.
Quello che davvero conta.

venerdì 14 febbraio 2014

Un secondo e... i consigli per la gravidanza

Non so voi, ma qui siamo circondati da gravidanze.

Per una come me, che vorrebbe ma non può... è una tortura.

Ma prevale la gioia per le altre, ovviamente. Ieri mi è arrivata l'ultima di queste belle notizie.
Un'amica dell'università, che ora vive a Milano, e che si è sposata l'anno scorso a luglio in una giornata con temperature tropicali (per metà giornata il Nano è stato in body, scalzo, in mezzo a un prato, e lo invidiavo da morire), è incinta. 
Ha il termine ad agosto...
e quale migliore occasione di San Valentino per darle qualche prezioso consiglio per la gravidanza e affini?? Oltretutto ieri non ho potuto darle l'attenzione che questa big news avrebbe meritato, quindi rimedio così.

Cara Simona, ecco la mia lista di consigli per la gravidanza:

1. Si ingrassa 1kg nel primo trimestre, 1kg al mese nel secondo trimestre, 1kg ogni due settimane nel terzo trimestre. Dicono. Io mi ero fatta una tabellina sul frigo, ma poi non la guardavo.
2. Le smagliature fanno paura. A me ne facevano, almeno. Quindi il povero Cody ha sopportato di dormire con me unta e bisunta di olio di mandorle per tutti i nove mesi della gravidanza. E pure dopo. Però le smagliature non si sono viste. In realtà dicono che sia il famoso fattore C, se ti devono venire ti vengono. Altrimenti, come me, magari hai culo. Ma tu l'olio mettilo, va.
3. Effetto collaterale: un sonno da morire!! Basti dire che mia madre, ai tempi, regalò due tazze dei Sette Nani a me e Cody: a lui Dotto, a me Pisolo. Dormi, dormi appena puoi. La combinazione incinta-isterica è la peggiore, secondo me.
4. Tieni un diario della gravidanza. Io l'ho fatto, e oggi a volte mi fa piacere rileggerlo.
5. Apermus. Segnatelo. Canticchiando "con un poco di zucchero la pillola va giùùùù" inizi a prenderlo dal sesto mese, e continui fino al travaglio. Dicono che faciliti il parto. Se vedi il post del mio parto capirai che forse con me non ha proprio funzionato, ma già mi ero risparmiata le smagliature, mica potevo avere tutte tutte tutte le fortune, eh?
6. Ascolta tutti i consigli che ti danno su gravidanza, allattamento, lettone-lettino, pannolini, asilo nido... e poi fai di testa tua. E benedici tutti i giorni il fatto che tua suocera viva in Canada.
7. Fatti delle foto col pancione, vedi punto 4. Poi ti farà piacere riguardarle. Almeno, io in gravidanza mi sentivo bellissima. Forse perché finalmente la mia pancia aveva un senso. Poi, se non ti piaci tanto, le foto le tieni per te. Un domani ti faranno tenerezza.
8. Scegli un nome che piaccia a entrambi tanto, ma tanto tanto. Tra un paio d'anni ti troverai a ripeterlo qualche manciata di volte al giorno. E sarà così per i primi 18-25 anni del* pup*. Poi magari se ne andrà di casa e lo nominerai meno spesso.
9. Se proprio devo consigliarti dei libri, quelli della Tata Lucia sono carini, Il linguaggio segreto dei neonati puoi leggerlo sotto l'ombrellone, consiglio assolutamente "Parlare con i bambini". Non si trova quasi più nelle librerie, quando vieni a trovarmi te lo presto. Ma poi me lo ridai, eh. Brucia invece Fate la nanna e se ti avanza tempo leggi Il mio bambino non mi dorme.
10. Goditi questi mesi. Sono gli ultimi veramente da sola con Ale. Poi sarà tutto più bello, più "completo", non potrai più immaginarti in due, senza lui/lei, ma sarà diverso. 
Quindi, davvero, goditi tuo marito, le serate senza fare nulla, gli amici. E goditi anche questo rapporto speciale con qualcuno che c'è, ma non si vede, e soprattutto che senti solo tu.

Insomma, sono felice che tu sia incinta e che abbia voluto condividerlo con me. E se vuoi, posso anche spiegarti che un bambino non costa tanto, con alcuni piccoli accorgimenti.

Ma questo te lo racconto in un altro post.

sabato 1 febbraio 2014

Crescere

Si cambia, si cresce, è questo un dono speciale...
Cito una canzone sconosciuta e introvabile su Youtube di Syria, dedicata a sua figlia Alice quando era ancora nella pancia.

In questo periodo abbiamo avuto un paio di nascite, qualche morte, e qualche annuncio di gravidanza.

Le notizie delle morti sono una cosa che spiazza. Ho letto di recente un bel post di Pollywantsacracker, e in questo periodo posso dire che le mamme non lo so, ma i papà sì. I papà muoiono. Intorno a noi ne sono andati in cielo due, ultimamente.
Entrambi all'improvviso. Uno dell'età di Cody, già con due bambini, di cui la piccolina di 5 mesi. Un altro dell'età di mio padre, invece. Legato a noi non per parentela, quindi "scelto" nel vero senso della parola. Vorrei scrivere tante cose. Ma mi limito a incollare qui uno status di facebook:

Gli ammalati muoiono, e sappiamo accettarlo. Gli anziani muoiono, e lo capiamo. Ma quando muore un giovane,un sano,un buono,un amico... La nostra mente non è fatta per comprendere. La realtà ci rimette con violenza al nostro posto di Creature,e il dolore ci fa piccoli di fronte a Lui che sa il Perché. E noi possiamo solo affidarci. Un funerale gremito di persone che ti stimavano e che si uniscono nel tuo ricordo è quello a cui dovremmo anelare. Però la perdita fa male, fa sempre tanto male.

La vita è bella.
Le nascite sono belle, commuovono (me) e fanno venire voglia di bis. Solo a me, ovviamente. Ma anche un po' a Cody. Idem per gli annunci di gravidanza, di cui uno particolarmente atteso...
Ma per noi, finché la #dittaincuilavoro non mi fa l'indeterminato, la concezione o arriva immacolata - ma è successo una volta sola, tanti anni fa, e mi sa che non capita più - o non arriva. Chiuso. Kaputt. Niente bambini. Tranne Bibi ovviamente.

La sua, di crescita, è qualcosa di spettacolare.
Adesso usa il congiuntivo, a 29 mesi. Orgoglio di mamma. 
"Bibi non giocare con la forchetta, usala per mangiare"
"Ma no, mamma, faccio solo finta che sia il coltello"

"Bibi, cosa fai nascosto nella tenda?"
"Faccio finta che sia la macchina, vedi? muooo muooooo"

E poi il suo gioco preferito è "Facciamo finta che io sono la mamma/il papà/Sullivan/il nonno e tu sei Gabri/Mike Wasowski/la nonna". E' particolarmente divertente perché lui ha lo spirito innato di un imitatore, e poi ci fa vedere come ci vede lui. E per esempio è bello vedere che quando lui è la mamma e io il papà, mi bacia e mi dice che sono bellissima.
Diventa un po' meno divertente quando io sono Gabri e lui la mamma, io gli chiedo di giocare e lui risponde "ma nooo, io sono la mamma e vado al lavoro" ed esce dalla cameretta lasciandomi sola.

In effetti sto lavorando molto. E infatti stamattina, che è sabato, sono in ufficio. Ma dicono che tra qualche settimana andrà meglio. Dicono.
Per ora si fanno straordinari non pagati, si dorme poco e ci si sente in colpa verso i figli/mariti.

Ma se non sarà sereno, si rasserenerà.

venerdì 10 gennaio 2014

Di tabelle, di pensioni e di segreti rivelati.

Racconto qui, perché ci sono cose che non si possono NON condividere, un dialogo lungo lungo accaduto tra me e Cody proprio oggi.

Piccola premessa: donne, se vostro marito sta male, e si lamenta, e di notte suda e scotta, NON aiutatelo. E' ben noto che il maschio tenda a esagerare... e se non esagera, come è capitato al mio nella notte di martedì, come minimo vi contagia. 
Risultato? Cody a casa dopo 1 giorno di lavoro (il primo dopo 20 giorni di ferie), io mi ammalo in ufficio e resisto stoica fino alle 18, ma poi mi becco due giorni di malattia con febbre e placche in gola.

Quindi, siamo a casa insieme.
E abbiamo tempo per situazioni assurde come questa.

Mattino

Me: Amore, sai che un collega mi ha detto che ha fatto una pensione integrativa molto conveniente?
Cody: Mh?
Sì, dice che mette via 100 euro al mese e ha calcolato che ora della pensione avrà via un bel gruzzoletto... 
Cody non dice nulla e va avanti a fare colazione.
E non solo perché in pensione ci andremo a 88 anni... ma dice che conviene. Noi non abbiamo mai pensato a questa soluzione?
(mi fissa, inghiotte una Gocciola) Amore, avevo guardato tempo fa, ricordi? Non conveniva, perché le tasse... bla bla... poi il rendimento annuo, le assicurazioni ... come se fosse antani... insomma, era meglio di no.
(penso): Beh, potremmo informarci bene. Oppure decidere di mettere via un tot al mese come risparmio extra...

L'errore qui è stato di non dire quest'ultima frase ad alta voce. Avremmo chiuso la discussione e passato una felice giornata, malaticci, a casa insieme.

E invece Cody è da quasi tutto il giorno sul computer che si informa sul tfr, ha persino scritto una mail alla commercialista amica di famiglia. La quale ci ha gentilmente rimbalzati al Caf di zona, peraltro.

Pomeriggio
Cody (tra sé) 11%... assicurazioni... no, no, non conviene...
Me (che sto occupandomi dell'album di nozze con un leggerisssssimo ritardo sui tempi): Amore, ma io non intendevo farti perdere tutta la giornata su 'sta roba, eh..
Eh, amore, ma era tra le cose da guardare sulla mia lista, sai... (mi mostra una lista fatta su Google notes o qualcosa del genere)
Vedi? Comprare Oki, questa devo toglierla... poi scelta Tfr nuovo lavoro Cinzia, devo togliere anche questa... e poi vedi? Guardare per pensione integrativa!
...ah ma allora non è colpa MIA che da tutto il giorno guardi questi siti?
Nooooooooooo... 
Certo, ora che me l'hai chiesto te lo spiego, eh, perché anche l'altra volta te l'avevo spiegato ma tu non mi ascolti mai...

E qui parte una presentazione multimediale (sul divano in salotto, in posizione seduta-sdraiata da post febbre, in pigiama coi calzini quelli brutti che si usano solo a casa) collegati a tre o più siti sul tablet, con Cody che parla, parla, parla... e io capisco circa questo:

"Vedi, amore, qui c'è una tabella che mostra l'inflazione degli ultimi 5 anni, ovviamente dal 2011... sbidiguda... (mi perdo a leggere una vignetta nello stesso articolo della tabella) ... ovviamente sono tutti dati reali... vedi, il fondo pensione, vedi, il tfr... perché lo Stato... prematurata a destra... hanno fatto un'analisi... l'oscillazione... (grafico immaginario seguito con le dita) ... in questo punto qui.. antani..."
E ad un certo punto, io esplodo.
Sì, esplodo.
Non ce la faccio più.

Mi butto con un salto carpiato sdraiata sul divano, e rido fino alle lacrime. Cody è attonito. Tra i singhiozzi, gli spiego che purtroppo mi sono persa alla prima volta che ha detto tabella.
E mentre io sghignazzo ancora senza pietà, lui cosa fa? Si offende!
E allora non ti spiego più niente... come al solito non ascolti! E mi ridi pure in faccia!
Ma no, tato, non capisci... bhuahuahuha ... io ti ho sposato, ti ho affidato la mia vita, vuoi che non ti ... pffff... affidi la mia pensione? Insomma... mmmhhmmm... mi fido delle tue scelte in queste cose...
Bella scusa comoda... sono cose complicate, sai? Io sono qui che mi informo...

Mi ricompongo (anche perché tra mezz'ora rientra il Nano - definitivamente, dato che per timore del contagio per due notti ha dormito dai nonni) e scopro tutte le mie carte.

Tesoro... te lo devo dire... io stamattina quando ti ho fatto quella domanda, volevo solo proporti di mettere via qualche soldo in più al mese.. non volevo creare tutto questo scompiglio... scusami. Tu sei partito per la tangente...
Cody mi ha un po' insultata. Poi ha continuato a leggere i suoi articoli/tabelle/riepiloghi finanziari. Non so se avremo una pensione dignitosa, un giorno, ma intanto oggi mi sono fatta una gran risata.

Donne, voi sicuramente avreste fatto come me. Uomini, sicuramente avreste fatto come Cody.

Analogamente a questa mia confessione finale, lui una volta mi ha rivelato che quando parlo troppo ad un certo punto chiude le orecchie e rimane all'erta solo per parole o intonazioni chiave che possono rivelare una domanda, un dato importante oppure qualcosa per cui deve ridere.
...
Quindi con oggi siamo pari, no?





Mentre scrivo questo post, ancora ridendo sotto ai baffi, lui ci ha riprovato. Ha iniziato una frase con: Ora ricordo cosa non mi convinceva, è il coefficiente di rivalutazione...
Ma quando ha notato che stavo trascrivendo parola per parola la sua frase, ha smesso di parlare. E, risentito, si è rimesso a leggere.


PS: Per correttezza, devo dire che poi mi ha anche mostrato che lui ogni mese mette GIA' via qualche soldo in più, solo che me lo ha detto mentre io non ascoltavo.