giovedì 31 ottobre 2013

Io ci avevo creduto.

Io ci avevo creduto, all’ostetrica del corso preparto.
Cristina, alta, magra, con capello corto brizzolato. Due figli, entrambi oltre i quattro kg, partoriti naturalmente e in posizioni acrobatiche. 

Io. Ci. Avevo. Creduto.

Ma andiamo con ordine. 
Riesco a ottenere un posto all’ambitissimo corso preparto della Mangiagalli di Milano. Non ricordo bene tutti gli incontri. 
So che eravamo una decina di panzone, tra cui spiccava la mia, enorme come quella di un altro paio di mamme, e una pancia minuscola di una ragazza magrissima, che si è presentata più o meno così “Ciao, mi chiamo Ragazzaconpanciapiccola, se mi dite che la pancia è piccola mi incazzo.” 
Se da una parte io ero stufa di sentirmi chiedere se fossero due gemelli, e se fossi sicura sicura di essere al sesto mese e non al nono, lei era stufa di sentire esattamente il contrario. Tra l’altro, poi ha fatto un bambino di 3kg e mezzo, lungo 54 cm. Davvero non ho idea di come facesse a starci in quella pancia.

C’è una mamma ultraquarantenne, circa metà di noi tra i 30 e i 40, le altre – tra cui io – sotto i 30. Tutte al primo figlio. Ad alcuni incontri hanno partecipato i papà, per altri eravamo solo noi. Fortunatamente non ci hanno richiesto di fare disegni psicologici o ca**ate del genere. È stato tutto abbastanza “pratico”.

C’era il bambolotto che somiglia a un neonato, con tanto di peso quasi reale, le ossa del bacino di stoffa per far vedere come si dilatano, le palline da tennis su cui sedersi appoggiandole sotto il perineo “perché è lì che sentirete la spinta” (sì sì, uguale a quella del parto, cerrrto), i tappetoni per fare gli esercizi di respirazione e poi c’eravamo noi, le panzone piene di domande dubbi paure speranze pensieri e piene di.. bambini.

Ci aveva spiegato, Cristina, che sì partorire faceva male, ma dovevamo riuscire a fare il travaglio il più possibile a casa, possibilmente nella vasca di acqua tiepida (dpp delle presenti, dal 15 al 30 agosto), e poi dovevamo chiedere di poter camminare durante il travaglio in ospedale. Nessuno poteva obbligarci a partorire nella posizione “classica”, soprattutto per noi con i bambini presunti grandi.

Aveva anche lanciato la sfida, sicura che noi mamme terrorizzate all’idea di partorire dei cocomeri sopra i 4kg in realtà avremmo sfornato dei bambini del tutto normodimensionati, perché i ginecologi “esagerano sempre”.

Poi ci aveva preparate all’allattamento, al pannolino, alla nanna… cose classiche, insomma. Interessanti, ma non è che con qualche buon libro non si potesse ottenere lo stesso risultato. Il livello umano, la condivisione della situazione però sono stati belle cose.
Con qualche mamma sono rimasta in contatto, qualcuna ha fatto un bel parto, qualcuna meno. 
Una ha fatto il cesareo, una un parto quasi come il mio, poi ci sono io che ho fatto il parto epocale, e perfino una poverina con data presunta del parto il 22 agosto, indotta il 1 settembre che ha partorito all’alba del 3. Un'altra era stata assistita da Sorella, la quale mi ha raccontato che dopo 5 minuti di travaglio invocava il demonio ed era "peggio di me". Della serie nonsonol'unicacagasotto.



Il prossimo corso preparto lo farò solo perché partorirò in un altro ospedale, per guardarmi intorno. Ma sarò moooolto scettica su tutto quello che si dice, soprattutto se sembra troppo ottimistico. 

Nel prossimo post, quello che tutti attendete con ansia. Il parto epocale.

ERRATA CORRIGE: avevo già preparato questi post, e per sbaglio quello sul parto è già pubblicato qui. Facciamo finta che siano in ordine giusto, dai.

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