giovedì 5 settembre 2013

Digito ergo...

Ho scoperto un altro blog, di una mamma (tanto per cambiare) con una bambina e due gemelli maschi, che mi fa morire dal ridere. Come sempre, quando scopro un nuovo blog, tra una cosa e l’altra di lavoro lo leggo TUTTO, partendo dai post più vecchi. E mi spiscio dal ridere per cose magari successe 4 o 5 anni fa. 
Il bello è che intanto, intorno a me, i colleghi e i capi lavorano. Ciò sottintende due cose. Uno, che il mio lavoro potrei benissimo svolgerlo part-time. Due, che sono un’incosciente: con un contratto in scadenza (e con non troppe possibilità di rinnovo) mi faccio bellamente i fatti miei in ufficio. Secondo me, però, NESSUNO lavora otto ore filate in un ufficio. Solo che se mi beccano secondo me mi defenestrano direttamente.

Va beh, oggi pensavo anche che in realtà avere un blog inizia ad avere senso solo se qualcuno lo conosce, se qualcuno ti legge e magari ogni tanto ti commenta. Altrimenti potevo comprare un diario segreto (o finire quello dell’Erasmus, scritto solo per metà, e tra l’altro per gran parte in tedesco). Insomma, inizierò a dire a qualcuno che ho un blog. Forse. Iniziamo a dirlo ad altri blogger, che non mi conoscono mica di persona.
E magari diciamo a Cody che il blog poi l’ho aperto davvero. Conoscendolo, mi becca in cinque minuti, smanettone com’è. Mentre io, che mi autodefinisco una demente tecnologica, ho capito solo oggi come cambiarmi il nome utente su google. Che poi Cinzia Rossi mica è il mio nome vero. Ma magari qualche vera Cinzia Rossi si offende.


Ehi, altri blogger? Qualcuno mi ha mai letta? Voi come avete fatto all’inizio, a far sapere al mondo che esistevate? O siete stati scoperti per caso?

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