lunedì 23 settembre 2013

Post del lunedì

Già il lunedì è difficile. Già mi sono svegliata con un ritardo tale che più che uscire di casa sono scappata, quasi calandomi dalla finestra (mannaggia a quelli del sesto piano che mi rubano l’ascensore tutte le sante mattina). Quando poi al lunedì ha nulla o quasi da fare, il lunedì è mostruoso.

Così non facevo nulla. E pensavo.

Al lavoro, anche se sei in una megasuperipermaximultinazionale, c’è sempre un aspetto umano. Conosci i colleghi, i capi, chi ti sta intorno. E inevitabilmente ti affezioni. Non può essere che sia solo io a sentire questa cosa.

E quando lavori insieme a qualcuno, la sua vicenda personale, se la conosci, in qualche modo ti influenza. Per forza. Vero? 
Però, pensavo, se le vicende personali arrivano a essere così tanto condivise e vissute da chi ti sta intorno, da influenzare l’aspetto lavorativo, non è il caso di prendere un po’ di distanza dal lato umano? 
Cioè, che tu sia il mio capo, un mio collega o un mio sottoposto (si dice così? Che ne so, io non sono mai stata la superiore di nessuno, sul lavoro), se la tua storia personale arriva a non farmi lavorare bene con te, a non farti lavorare bene, oppure a influenzare l’umore di un ufficio intero, non è il caso di fare un passo indietro? 
Ecco, pensavo questo. 
Che tu puoi avere tutti i **** problemi di questo mondo, ma non pensare che anche gli altri non abbiano i **** loro.  Pensa invece che LORO ci provano, a non farteli pesare. E a lavorare comunque.
Sgrunt.

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