venerdì 27 settembre 2013

The day before (the weekend)

Venerdì è una giornata particolare.
Sa di weekend, ma sei in ufficio. Magari ti vesti da casual friday, ma fino all'orario di uscita devi comunque fare il tuo lavoro.

Nel mio caso, pianifico il weekend via con Cody e il Nano, ma sono in ufficio. 

Oggi si sclera di brutto, il CapoPadre ha fatto piangere una l'ennesima collega, e mentre lei andava via dal suo ufficio con il magone, ha detto a voce neanche bassa "Questa qui non capisce un c****". E lei l'ha pure sentito. Dal canto mio, penso che CapoPadre si meriterebbe la lettera di dimissioni di tutti i dipendenti, lunedì sulla sua scrivania. Così capirebbe che non può davvero fare tutto lui, che almeno un po' ha bisogno di noi.

Il cielo è grigio, il nostro weekend via (in montagna? al lago? a Mantova? in Svizzera?) è minacciato dalla pioggia. 

Sto leggendo un libro apocalittico che mi assorbe completamente, questo. E fino a qualche mese fa non pensavo nemmeno che Stephen King potesse piacermi. Però questo libro mi sta assorbendo a tal punto che me lo sogno la notte. E a pagina 729, mentre mangiavo, ho quasi pianto.
Sto pensando di fare un post su quanto sia importante per me la lettura, quanto mi assorba fisicamente, per spiegare come mi fanno sentire i libri.
Comunque, forse è anche per via del libro che questo venerdì mi sembra così nero.

Oggi è venerdì, uno di quei venerdì che aspetti solo che finisca.

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