mercoledì 4 settembre 2013

E la torta a me!

Ieri era il mio compleanno.
Niente di speciale, pensavo.
E invece abbiamo festeggiato tipo matrimonio indiano. Cominciando il sabato e finendo ieri sera, tra l’altro proprio al ristorante indiano. E nessuno dica che festeggiare in anticipo porta sfortuna, io mi sono divertita un sacco!

Sabato pranzo dai suoceri. C’era pure mio nipote, bimbo che vive in Inghilterra ma che dopo le vacanze estive passa sempre qualche giorno da solo dai nonni. Pranzo, torta con tanto di targhetta “Tanti auguri Cinzia” al cioccolato bianco, e poi regali. Il più commovente, il regalo fatto per me dal nipote di nove anni… un bambino di quelli che alla sua età sono ancora bambini, per fortuna. Bellissimo, con tanti cuoricini. 
Il più “figo”, però, è stato l’altro regalo, da suoceri e cognati insieme: l’essiccatore, sul quale ho intenzione di scrivere a breve un post. Mi basti, per ora, dire che da sabato ho già essiccato circa 2kg di frutta e ho progetti per le settimane future, fino ai regali di Natale.

Sabato sera coppia di amici a cena, ho cucinato la pizza e abbiamo fatto un brindisino in anticipo.

Domenica, pranzo con i miei, mia sorella e congiunto, e bis di nonne. Un pranzo dei soliti nella mia famiglia, rumoroso, dove mia mamma ha l’ansia da prestazione (è convinta da 30 anni di non saper cucinare) e mette in tavola dituttodipiù, le mie nonne si accavallano nei discorsi e si contendono l’attenzione di Cody e soprattutto del nuovo arrivato in famiglia, il ragazzo di mia sorella. Insomma, ogni volta che pranziamo tutti insieme mi sembra di stare in un film. Dopo mangiato, prima che il Nano si addormenti sul tavolo, mi danno il secondo round di regali. Due biglietti per uno spettacolo teatrale dai miei – adoro il teatro ma per cause nanesche lo frequento poco ultimamente – per andarci “con chi voglio”, un super completino intimo dalla sister, impegnata nella missione umanitaria “Salviamo mia sorella dal sembrare sempre perennemente una sbalzata qui dagli anni ’80 e passata attraverso una centrifuga”, dei fiori dalla new entry – adooooro gli uomini che regalano i fiori – e da mia nonna una catenina d’oro. Quando è morto il nonno, lei ha dichiarato che non avrebbe lasciato a noi l’arduo compito, un giorno, di spartirci i suoi gioielli e possedimenti vari, e da allora sta dividendo la sua eredità tra nuore e nipoti. Questa volta era la collanina comprata durante il viaggio in Giordania fatto con i soldi della liquidazione del nonno. Semplice, bella. Credo che la userò, qualche volta. Non come la collana che mi ha fatto al matrimonio, sicuramente di più alto valore, ma che potrò usare solo tra almeno 15 anni, rischiando altrimenti di sembrare una che ha rubato i gioielli di qualche zia settantenne.

Ieri sera, infine, cena con Cody al ristorante indiano. Uno dei più buoni di Milano, dicono alcuni siti di recensioni. A noi piace. E poi ci siamo andati in moto, cosa che non accadeva da quando ero rimasta incinta. La cena è stata come sempre all’altezza, anche se abbiamo mangiato (come sempre) un po’ troppo. I regali: un bellissimo bigliettino (che poi per me è la parte più importante), dove tra le altre cose c’era scritto “Sei la mia metà, tu sei me”, che fa molto Cime tempestose e mi ha davvero commossa. E poi una borsa davvero da donna adulta, rossa e gialla e verde con il muso di Hello Spank. Scelta da me mesi fa, che lui si è ricordato di comprare.

Insomma, un bellissimo compleanno.

Mentre risalivamo in casa, all’alba delle 10,20 (la nonna baby-sitter si alza prima di noi, al mattino), ho pensato che questa è la vita che sognavo da bambina. (cit.)
Lavoro, nel tempo fuori dall’ufficio devo sempre correre, e arrivo sempre in ritardo su tutto, ho un figlio che sono sicura di non vedere mai abbastanza e un marito a cui non dedico mai abbastanza attenzioni, una casa sempre troppo poco pulita e troppo piena di cose che non mi decido a buttare. Prego troppo poco, non sento gli amici per settimane, stiro solo a tarda sera, con gli occhi già semichiusi, e non ho ancora scelto le foto del matrimonio per l’album di nozze. Ma è questa la vita che volevo. Piano piano, la sto costruendo.


Ah, compivo 28 anni.

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