Ieri era il mio compleanno.
Niente di speciale, pensavo.
E invece abbiamo festeggiato tipo matrimonio
indiano. Cominciando il sabato e finendo ieri sera, tra l’altro proprio al
ristorante indiano. E nessuno dica che festeggiare in anticipo porta sfortuna,
io mi sono divertita un sacco!
Sabato pranzo dai suoceri. C’era pure mio nipote,
bimbo che vive in Inghilterra ma che dopo le vacanze estive passa sempre
qualche giorno da solo dai nonni. Pranzo, torta con tanto di targhetta “Tanti
auguri Cinzia” al cioccolato bianco, e poi regali. Il più commovente, il regalo
fatto per me dal nipote di nove anni… un bambino di quelli che alla sua età
sono ancora bambini, per fortuna. Bellissimo, con tanti cuoricini.
Il più
“figo”, però, è stato l’altro regalo, da suoceri e cognati insieme:
l’essiccatore, sul quale ho intenzione di scrivere a breve un post. Mi basti,
per ora, dire che da sabato ho già essiccato circa 2kg di frutta e ho progetti
per le settimane future, fino ai regali di Natale.
Sabato sera coppia di amici a cena, ho cucinato la
pizza e abbiamo fatto un brindisino in anticipo.
Domenica, pranzo con i miei, mia sorella e
congiunto, e bis di nonne. Un pranzo dei soliti nella mia famiglia, rumoroso,
dove mia mamma ha l’ansia da prestazione (è convinta da 30 anni di non saper
cucinare) e mette in tavola dituttodipiù, le mie nonne si accavallano nei
discorsi e si contendono l’attenzione di Cody e soprattutto del nuovo arrivato
in famiglia, il ragazzo di mia sorella. Insomma, ogni volta che pranziamo tutti
insieme mi sembra di stare in un film. Dopo mangiato, prima che il Nano si
addormenti sul tavolo, mi danno il secondo round di regali. Due biglietti per
uno spettacolo teatrale dai miei – adoro il teatro ma per cause nanesche lo
frequento poco ultimamente – per andarci “con chi voglio”, un super completino
intimo dalla sister, impegnata nella missione umanitaria “Salviamo mia sorella
dal sembrare sempre perennemente una sbalzata qui dagli anni ’80 e passata attraverso
una centrifuga”, dei fiori dalla new entry – adooooro gli uomini che regalano i
fiori – e da mia nonna una catenina d’oro. Quando è morto il nonno, lei ha
dichiarato che non avrebbe lasciato a noi l’arduo compito, un giorno, di
spartirci i suoi gioielli e possedimenti vari, e da allora sta dividendo la sua
eredità tra nuore e nipoti. Questa volta era la collanina comprata durante il
viaggio in Giordania fatto con i soldi della liquidazione del nonno. Semplice,
bella. Credo che la userò, qualche volta. Non come la collana che mi ha fatto
al matrimonio, sicuramente di più alto valore, ma che potrò usare solo tra
almeno 15 anni, rischiando altrimenti di sembrare una che ha rubato i gioielli di
qualche zia settantenne.
Ieri sera, infine, cena con Cody al ristorante
indiano. Uno dei più buoni di Milano, dicono alcuni siti di recensioni. A noi
piace. E poi ci siamo andati in moto, cosa che non accadeva da quando ero
rimasta incinta. La cena è stata come sempre all’altezza, anche se abbiamo
mangiato (come sempre) un po’ troppo. I regali: un bellissimo bigliettino (che
poi per me è la parte più importante), dove tra le altre cose c’era scritto
“Sei la mia metà, tu sei me”, che fa molto Cime tempestose e mi ha davvero
commossa. E poi una borsa davvero da donna adulta, rossa e gialla e verde con
il muso di Hello Spank. Scelta da me mesi fa, che lui si è ricordato di
comprare.
Insomma, un bellissimo compleanno.
Mentre risalivamo in casa, all’alba delle 10,20 (la
nonna baby-sitter si alza prima di noi, al mattino), ho pensato che questa è la
vita che sognavo da bambina. (cit.)
Lavoro, nel tempo fuori dall’ufficio devo sempre
correre, e arrivo sempre in ritardo su tutto, ho un figlio che sono sicura di
non vedere mai abbastanza e un marito a cui non dedico mai abbastanza attenzioni,
una casa sempre troppo poco pulita e troppo piena di cose che non mi decido a
buttare. Prego troppo poco, non sento gli amici per settimane, stiro solo a
tarda sera, con gli occhi già semichiusi, e non ho ancora scelto le foto del
matrimonio per l’album di nozze. Ma è questa la vita che volevo. Piano piano,
la sto costruendo.
Ah, compivo 28 anni.
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